Raffaella Formenti
Raffaella Formenti
Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1989, vive, lavora e parte da Brescia.
Frequenti e rapidi attraversamenti dell’Europa la stratificano di immagini in espansione emotiva, dal Metrò di Parigi al Museo d’Art Brut di Losanna.
Lavora sulla comunicazione ridotta a rumore visivo assemblando immagini e parole dall’informazione pubblicitaria.
L’attitudine con cui lavora è legata al concetto di DERIVA. Navigare nella realtà come si fosse all’interno di un cervello elettronico con molle scattanti in libertà.
Realizza assemblaggi tridimensionali, installazioni, concrezioni con strappi d’immagini e parole dall’informazione pubblicitaria del buon consumatore, foto, slide-show d’immagini.
Utilizza scatole da imballaggio, contenitori di prodotti, depliants, pubblicazioni patinate, manifesti, colla termica, su supporti di recupero.
Nel ’93 nasce la prima Torre informatica, con materiali da imballaggio, esposta nel ‘97 in TRASH: quando i rifiuti diventano arte al MART di Trento che accoglie l’opera nella sua collezione permanente.
Nel 2004 partecipa a Segnali inquieti alla Galleria Peccolo, Disseminazioni a Palazzo Stella di Genova, Raccolti & Differenziati alla Galleria Cilena, Rifiuto Riusato ad arte, a cura di Roberto Peccolo.
La rivista Tellus le dedica un capitolo in Vite con ribellione (a cura di C. Di Scalzo), a sottolinearne l’atteggiamento border line anche rispetto al mercato dell’arte, atteggiamento sottolineato anche nell’articolo che la rivista romana di letteratura Avanguardia le dedica nel 2006.
Nel 2007 esce una pubblicazione con testo di V.Dehò: è Zig Zag tra Bus e Spam (titolo di alcune sue personali e del video di L.Menaldino prodotto dalla Galleria Peccolo).
Il catalogo più recente esce nel 2015 in occasione della personale CHE N E S O alla Galleria Peccolo, con testi di Paolo Bolpagni, Lucio Pozzi, e un’intervista a cura di Federico Sardella.
Recentemente sue grandi installazioni temporanee hanno preso forma a Verona con il sostegno della Galleria Isolo17 e di ArtVerona, come eventi collaterali in spazi che ne consentissero una pubblica esperienza di attraversamento.
Sul suo lavoro artistico è stato realizzato il documentario Meravigliosamente invisibile di Maria paola orlandini con il contributo di a2a di Brescia e del Miur.