Lisetta Carmi
Artista, Clandestina ad honorem
Lisetta Carmi pratica forme e linguaggi diversi nella sua vita artistica. La musica la coinvolge come pianista, la fotografia come impegno civile ed esperienza umana.
È la fotografia che la porta in India dove conoscerà il maestro Babaji, ne seguirà gli insegnamenti e in suo onore fonderà in Puglia, il primo ashram italiano.
Nata a Genova, di famiglia ebraica, subisce le leggi razziali che ritarderanno, dopo un forzato soggiorno in Svizzera, il suo diploma in pianoforte al Conservatorio di Milano che ottiene nel 1946.
La musica e i concerti la portano in tournè nelle grandi capitali estere, a contatto con artisti ed intellettuali ma le lotte sociali nella sua città natale la riportano alla fatica dei cantieri e delle acciaierie dell’Italsider documentata dagli scatti del 1962, come alla realtà del lavoro dei camalli raccontata in un famoso reportage sul porto di Genova del 1964.
Come omaggio insieme alla musica e alla fotografia, con un’operazione di conciliazione creativa, realizza un’opera grafica dedicata al Quaderno Musicale di Annalibera di Luigi Dallapiccola stampando e rilegando in proprio la maquette. Il volume verrà pubblicato dalla casa editrice Sedizioni solo nel 2005.
Il libro che la rende famosa si intitola I travestiti. La Carmi inizia a fotografarli nel 1965 durante una festa di Capodanno e per cinque anni non smette di frequentarli. Ne diviene amica e condivide con loro i problemi della vita quotidiana. Impara a conoscerli: Morena, quella che ha ispirato a Fabrizio De André la canzone Via del Campo, “un po’ mamma di tutte, lettrice di Bolero Film“, e poi Novia, “una ragazzina giovane e bellissima che lavorava in coppia con la Gitana, che a vent’anni era stata l’amante di De Pisis e aveva in casa un suo piccolo quadro”.
Non è stato facile diffondere questo libro. Le librerie lo tenevano nascosto. “La polizia mi avrebbe arrestato con molto piacere, sapevano che ero figlia di una famiglia borghese. Una volta un poliziotto è andato da un travestito e l’ha interrogato: “Cosa fa Lisetta Carmi con voi, viene a letto?”, “No, non viene a letto, ci fotografa”.
Sono i diversi ad interessarla. Come il filosofo Ezra Pound colto nella sua residenza ligure di Sant’Ambrogio di Zoagli e ritratto nel 1966 in venti scatti memorabili che le valsero il prestigioso Premio Niépce per l’Italia. Solo nel 2005 quella esperienza prenderà la forma di un libro L’ombra di un poeta. Incontro con Ezra Pound.
Molti altri ritratti fotografici saranno dedicati da lei a Lucio Fontana, Lele Luzzati, Leonardo Sciascia, Edoardo Sanguineti, Alberto Arbasino, Sylvano Bussotti, Jacques Lacan.
È del 1968 lo straordinario e “scandaloso” reportage sul parto naturale nell’Ospedale Galliera di Genova.
Agli ultimi del mondo Lisetta Carmi dedica i suoi viaggi: ai poveri dell’Asia, i bambini di Israele, i lavoratori delle solfatare in Sicilia, i reietti, in America Latina, Afghanistan, Pakistan, India.
Smette di fotografare nel 1984 per trasferirsi a Cisternino dove aveva già fondato qualche anno prima una comunità di meditazione. È lì che vive oggi.
Una sua recente antologica si è tenuta nel 2019 al Museo di Trastevere a Roma e sono già in programma sue importanti mostre al Man di Nuoro, ad Arles, capitale internazionale della fotografia, e al Must di Lecce, quest’ultima promossa dall’Amministrazione comunale leccese in collaborazione con il collettivo artistico Kunstschau.